Una pagina dove NOI del GASP possiamo pubblicare foto, scrivere, fare domande, fare proposte e dove verrà mantenuta una lista aggiornata delle uscite dei vari membri GASP.....così che ogni membro possa sapere cosa hanno fatto gli altri...! Un buon modo insomma per restare aggiornati!!!
giovedì 30 dicembre 2010
due passi sul carega....
domenica 12 dicembre 2010
Sentiero 100 Monte Grappa
Una bellissima giornata, a volte tanto fredda!!! Ottimo reinizio.....
Semper ad altum
domenica 5 dicembre 2010
le alternative a volte ci sono...
a volte l'alternativa non da la stessa soddisfazione della tua idea principale, ma ti aiuta a focalizzare l'obiettivo, ad avere la pazienza fino all'occasione successiva per poterti guadagnare ciò che vuoi...l'alternativa ti lascia un margine per crescere un po', per non abbatterti per capire che la volta decisiva sarà ancora più bello!!!
lalla
sabato 4 dicembre 2010
Benvenuto DAVIDE!!!
sabato 27 novembre 2010
Dott. Carraro hahahahaha
Un grazie di cuore a tutti quelli che hanno partecipato e a chi ha partecipato al regalo!
Non resta che ghiacci per poi andare a morderlo con quelle 12 punte.....
GRAZIE!!!
sabato 30 ottobre 2010
Claudia
Finalmente dopo tanto tempo passato a desiderare, progettare e tentare una via che era diventata quasi un mito, insicuri che esistesse veramente, eccoci sulla epica via Claudia. C’è chi ha dovuto star sveglia la notte e poi far la via e chi come me che ha dormito in via, poiché mi son trovato su un “6a” tenuto conto che la via è massimo “5c” solo al primo tiro. Laura ed io ci sentiamo gasati, avevamo proprio voglia di arrampicare: volevamo metterci alla prova dopo tante ore passate a pannello. Avevamo anche fatto recentemente “Lo Spigolone” a Rocca Pendice, ma in realtà volevamo essere alle Placche Zebrate, ed oggi eravamo proprio la a realizzare il sogno tanto atteso. Va bene che il primo tiro difficile è bagnato, va bene che la placca dei vari tiri è spietata, mi sta anche bene che i resinati non siano proprio vicinissimi, ma se poi ti trovi su tutti i passaggi il marmo lisciato (vedi tomba di Sant’Antonio al Santo di Padova) allora ditelo, il mito mi si frantuma, non è regola fissa che il marmo liscio è uguale a bello. Abbiamo cominciato la via alle 9.45, davanti a noi una cordata di due trentini ci terranno compagnia per tutto il tragitto; sono riusciti a starci davanti per circa 5 o 6 tiri poi, come nella formula 1, un loro pit stop sbagliato permette un nostro sorpasso passando al comando, loro intanto cercavano di rientrare in pista dopo aver preso una sbandata sulla vicina via “Luna 85”. La nostra cordata è dinamica e l’alternarsi da capocordata risulta essere efficace, anche Laura ne è convinta che prosegue convinta e capace. Quasi alla fine, a pochi tiri dalla meta, prendo una sbandata anch’io e mi trovo (stranamente) su un’ottima placca con molto grip ma con grado superiore rispetto la relazione. I trentini già vedevano il sorpasso, visto che mi ero ormai alzato per 15 metri a sinistra fuori via, ma invece di ritornare sui miei passi, invento una variante di rientro degna di nota (tanto per non smentirmi vedere via Helena con variante Sassetti) che mi riporta alla sosta corretta mantenendo il primato sugli inseguitori. Laura tenta il tutto per tutto seguendo il mio nuovo tracciato ma alla fine, dopo imprecazioni taciute, provoca un pendolo controllato che la riporta a destra sulla giusta via. Gli ultimi due tiri li conduce Laura portandomi fuori da vera capocordata ormai testata. Può mancare la foto di vetta? Chiaramente no, e la Radler al bar? Ovvio che no, abbiamo di che brindare: un brindisi alla nostra vecchia e cara amica Claudia che oggi ci ha voluto bene.
Semper ad altum.
via claudia...
durante la via del rientro ho avuto il permesso di pisoccare un pochino..ma certo che la gente prima di andare via per la strada dovrebbe rifare l'esame della patente.....
Grazie per la splendida via e giornata....mi sembrava di avere le ali ai piedi..via bella, un po' consumata..ne è valsa la pena aspettare per farla perchè me la sono goduta fino in fondo anche perchè il mio compagno di corda è altrettanto fuori quanto me...
ps..scusate per gli errori..ora provo a dormire un po'....:)
laura
domenica 3 ottobre 2010
Porci con le ali
lunedì 27 settembre 2010
Amazzonia
Se solo fossimo arrivati cinque minuti prima all’attacco. Sabato sera Stefano mi propone telefonicamente di andare con lui e Laura a fare Amazzonia, via che avevo gia fatto al corso di roccia nel 2008 da secondo, ma ero contento di andare per poterla rifare da primo e perché è una via che mi era piaciuta molto. Detto fatto l’indomani mattina ci stiamo avviando all’attacco dopo solita sosta a Mori per la colazione desiderata da tutti ma implorata da Laura; il vento in loco ci costringe a vestirci bene, il solito cane lupo (che abbiamo visto sul posto più volte per fare un’altra via li vicino) ci riconosce e ci abbaia contro e per fortuna è ben rinchiuso, Il sole sta uscendo e comincia gia a scaldare, tutto sembra cominciare bene sennonché vediamo in fondo all’attacco della nostra via una cordata da tre appena partita. Chiedo che via vogliono fare, sembrano non capire poi ci fanno il nome della nostra via: “Speriamo che almeno siano veloci e non facciano cadere sassi”! Ultime parole famose. Aspettiamo che salgano poi parto standogli dietro, vanno mooolto traaanquiiilli e nel frattempo osservo il loro materiale che sembra uscito da un libro di Bonatti. Giunto alla sosta mentre recupero i miei assicuratori, chiedo ai tre chemi precedono da dove vengono, sono della Repubblica Ceca. Proseguiamo a rilento su una via che diventa sempre più interessante, non la ricordavo così perpendicolare, i movimenti sono belli coordinati su una roccia più che bella: mi sto divertendo, era quello che cercavo da varie settimane ormai. Nella vicina via Orizzonti Dolomitici qualcuno urla qualcosa di incomprensibile, risponde uno dei cechi davanti a me, dopo un po’ sotto di noi una cordata parla assieme ad un altro dei lumaconi che ci bloccano la strada, mi viene il dubbio che ci sia il “raduno del ceco disperso” e abbiano pensato di ritrovarsi tutti proprio qui al Piccolo Dain, non era meglio farlo sui “Monti dei Giganti” al loro paese? Credetemi non sono razzista ma questi erano proprio rocciatori improvvisati ed erano un pericolo per loro stessi e per noi. A metà via era diventato un calvario, peggio una via crucis, dove le stazioni erano le soste e ci si fermava tutti per un’oretta, non solo noi anche altre tre cordate sotto di noi. Stefano trova il coraggio di chiedere cortesemente (in inglese) di farci passare, loro dicono di no, Stefano non puo’ che dire: “Thank you”. Dopo aver abbandonato l’idea di superarli, non mancano i momenti per inveire contro i cechi, anche perché loro se la godono: cambiano capocordata ogni sosta legandosi pericolosamente con nodi inventati al momento da loro stessi; non cercano di fare presto, anzi mangiano e bevono fregandosene e dicendo chissà che cosa sghignazzando verso le cordate in coda, sono diventati insopportabili. Per fortuna il posto è bello, guardandosi attorno l’ambiente da’ pace e serenità, la parete a picco sul torrente mi fa pensare ad una scogliera, approfitto del tempo a disposizione per provare a far bene i passaggi seguendo gli standard canonici. Ultimi tratti impegnativi, la via ormai è finita, non resta che fare la foto e scendere; Laura anche oggi ha superato bene tratti impegnativi fino al 5c, Stefano come al solito un ottimo amico di cordata e di compagnia, resta il ricordo di questa bella via caratterizzata da tre personaggi cechi meritevoli di essere accecati di nuovo visto che sono gia cechi.
venerdì 24 settembre 2010
Ferrata Roda de Vael
Ore 04:30 ad Andrea suona la sveglia ed il malessere di ierisera sembra quasi passato, scende ed il caffè è già lì pronto grazie alla Moka Alicia che si sveglia qualche minuto prima e te lo fa trovare pronto!
Enrico intanto poco prima delle cinque si sveglia prepara il caffè e mentre lo beve su facebook chiede all'amico (ignaro):"Ore 5.20 bevo il caffè mentre Andrea ZanatoBoys Carraro è già per straada...ma non potevamo fare calcetto a 5 il giovedì sera come tutti glia altri?! Mariasantachesonno..."
Ma gli scarponi scalpitavano....causa tesi e compagnia bella erano fermi oramai da mesi...e via in macchina direzione Vigo di Fassa, nello specifico al passo di Costalunga. Caffè (si espresso signora) un po' poco economico (1,20€ cadauno) e giretto fisiologico!! E poi via, si esclude subito l'ascesa in funivia....costa massa e poi noi dobbiamo rendere oggi!!! La voglia c'è la testa anche unico problema è il non poter tornare a casa tardi!!!
Scarponi su e via...rapidissimi in poco meno di un'ora raggiungiamo il rifugio Vael...la guida dava molto di più!Da lì subito saliamo seguendo le indicazioni ma poi prima battuta d'arresto non riusciamo più a capirci, indicazioni sparite. Una indigena del posto ci indica un sentiero "alternativo" per arrivare all'attacco.. su per un canalone alzandoci tra massi siamo saliti e qualche sassetto ogni tanto cascava...sarà mica che era forse lanciato da qualcuno?!?!
E su veloci veloci cominciando un po' però a prendere quel tipo di passo che io ed Enrico chiamiamo "himalaysta" ma eccoci all'attacco...!!!
Secondo ciuccetto del giorno (il primo era una barretta coop al rifugio) un bel pezzo di grana a testa...che fa sempre bene per TUTTO ricordatevelo...!!!!!!!
Imbrago casco e set e via su per la ferrata che sapevamo essere facile ma...sarà stato che eravamo al 100% o che era giornata o non so...ma siamo andati su proprio spediti e (non dateci parole) ma il set se nè passato tanto tempo restando appeso all'imbrago. Arrivati in vetta la visuale rendeva proprio bene......per pochi secondi un 360° fantastico ma poi le nostre amiche nuvole (in una giornata che doveva essere serena) ce l'hanno ridotta....!!!
Qui abbiamo imbandito la tavola: uova, panini a salame e sopressa, dolci piemontesi...che ben fioi...!!!
E poi foto di gruppo, dedica sul libro di vetta, adesivo del gasp sulla cassetta della croce della Roda de Vael a 2806 metri e poi via giù veloci per la seconda parte di ferratina...! Giunti sul Masarè abbiamo cercato l'altra ferrata seguendo le indicazioni (forse devono rifare la segnaletica) ma dopo alcuni minuti passati a camminare su traccia di sentiero e gradoni di parete ci siamo resi conto di essere fuori e abbiamo fatto marcia indietro. Fotografata una cordata in discesa dalla Torre della Finestra e presa la mail per mandargli le foto e poi giù...nuove indicazioni (esatte) per la ferrata non trovata ma era tardi quindi via verso la macchina ma ora la sete si fa sentire....passaggio stretto (50cm) tra due rocce in discesa....(ottimo per un Nut umano) e poi via al rifugio Vael e verso l'auto de corsa...Mancava l'acqua e tra gli abbeveratoi degli animali che ci facevano piangere il cuore e l'acqua che scorreva nel sentiero eravamo disperati finchè eccola...una sorgente e un tubo dove bere.....il resto poi sono pochi metri per arrivare alla macchina, una birra dimenticata e tanto tanto tanto traffico! Ma questa giornata ci serviva.....che ben!!!!
Foto della giornata sul mio picasaweb: "Clicca qui"
Alla prossima vecchio....
mercoledì 8 settembre 2010
Che sen...
Mercoledì 15 settembre 2010 ore 20:30/20:45 presso il Franziskaner Kofler Group Srl di Caselle di Selvazzano ci troviamo tutti assieme (invitati tutti) per degustare una buona birra e specialmente farci raccontare dai 3 giannizzeri di spedizionieri (permetteteci di chiamarvi così per qualche altro giorno) l'avventura in Ecuador e farci vedere le foto.
Certi in una ampia vostra adesione alla serata per non rischiare che sbagliate "via" vi allego anche la "relazione" di dov'è il posto (che già conoscete)...!!!
venerdì 3 settembre 2010
lunedì 30 agosto 2010
Via Carugati (due varianti)
Ma proprio non c'eravamo e ad un quarto del camino le cose andavano tutt'altro che bene, la testa era altrove e solo il corpo era nella roccia! Enrico che sa, capisce al volo, mi cala e sembra deciso ad andare....un po alla volta raggiunge la sosta, è la mia volta, fatico, arranco sulla roccia salendo un po' come se fosse la prima volta che mi mettevo sul verticale ma un metro alla volta eccomi in sosta!!! Il pensiero ricorrente è: ma cosa ci faccio io OGGI qui??? Intanto Enrico parte e macina il secondo tiro e anche per me questo passa più tranquillo e poi su, via per la variante Diedri Sandi e anche il 3° tiro passa in maniera tranquilla, non mi sento in forma ma non posso negare che va un po' meglio; ecco il vero effetto che ci fa questo amore che abbiamo per questo nostro stile di vita alpinistico che ci rapisce dai problemi e ci fa vivere le nostre emozioni! E poi via che si deve continuare ma ecco il fattaccio, abbiamo frainteso tutto, non volevamo di certo seguire la variante della Fessura centrale che la cordata Laura e Jack avevano scelto e percorso in maniera eccellente ma per stare più a sinistra di loro abbiamo attaccato la variante Placche di sinistra con un grado decisamente più elevato e che, a parte un primo fix e un chiodo con cordino poi non si vedeva altro e qui il tempo iniziava a passare... Capiamo allora che la via era più a destra di noi e ciò ce lo conferma una cordata (padre e figlio) che ci raggiunge. Enrico si lancia in un traverso delicato e poi arriva sotto al piccolo strapiombino della Diedri Sandi ma qui il guaio era fatto, la corda faceva una bella "Z" con due angoli retti a 90° e non scorreva. Giunge quindi la necessità di liberarla e trovato un anello di calata, attrezza una sosta mi recupera e ripercorrendo la sua "via" riesco a liberare la corda e qui decidiamo che una sosta lì dov'è Enrico risulta molto scomoda quindi riscendo nella sosta da cui ero partito e facciamo passare l'altra cordata! E poi via ma ormai di minuti ne sono passati proprio tanti.... da qui tutto è filato liscio; la necessità di uscire il prima possibile mi ha fatto togliere tutti i brutti pensieri e questo tiro chiave anche se da secondo l'ho bruciato via al limite del fiatone e giunto in sosta, solo il tempo di caricarmi un paio di rinvii e su di corsa all'ultima sosta: ora sembrava tutta un'altra storia, se ci fosse stato il tempo e qualche altro tiro, sarebbe stata un'altra storia...!!! Mi è dispiaciuto per come è iniziata la giornata da parte mia e per non essere riusciti a stare tutti assieme ma tra me ed Enrico sicuramente si è rafforzata l'intesa e la fiducia.
Passerà tutto e la rifaremo nei tempi giusti!
La difficoltà della via a me ed Enrico ce l'ha fatta passare mamma Carraro con il pranzo a cui siamo arrivati con la bellezza di 1ora e 40 minuti di ritardo!!!
Un'altra bella giornata è passata ed ora caro Enrico si torna sui libri!!!
sabato 28 agosto 2010
via cengia martini
il ritorno..le comiche...beh stefano che si stava mangiando il toast con il ketchap scaduto a marzo di quest'anno....baldo che facevo lo stacchetto pubblicitario in macchina e le montagne russe per la strada nel bel mezzo del più bell'arcobaleno degli ultimi tempi..
grazie raga per questa occasione che mi avete dato e per l'opportunità che ogni volta mi date di crescere con voi!!!!
laura
mercoledì 25 agosto 2010
Gli spedizionieri sono tornati
Comunicato originale di Massimiliano dopo il ritorno in patria:
"ciao tosi,
siamo tornati!!!
scusate per non aver dato notizie ma l'accesso alle mail non era facile ed inoltre io ho rotto telefono e forse anche la sim.....
per questo tra l'altro vi chiedo di scrivermi i vostri numeri di cell altrimenti nn riesco a sentire nessuno.
che dire:
viaggio bello, esperienza molto dura ma sicuramente valida e forte nn solo dal punto di vista alpinistico.
Per quanto riguarda le montagne abbiamo raggiunto due cime da circa 4.700/4.600 molto belle e appaganti.
Per quanto riguarda il Cotopaxi grande onore ad Alessio e luca che hanno raggiunto i 5.500 circa ad un'ora dalla cima. GRANDI!!
per quanto mi riguarda io ho provato a quota 4.800 ttt il repertorio dell'attacco acuto di mal di montagna ( i nostri amici medici e infermieri che leggono immaginano bene di cosa si tratta) e quindi mi sono fermato se nn volevo continuare a buttare fuori anche il pranzo di Pasqua '92.....
Cmq gran figata di cui vi faremo sapere e vedere le foto a breve!!!
un caro saluto a tutti
maci, ale, luca"
A nome di tutti: Bentornati e COMPLIMENTI VIVISSIMI...!!!
mercoledì 18 agosto 2010
Eà Renata dea Gei
Giunti quasi all'albeggiare presso il rif. Campogrosso partiamo alla volta della Gei e all'attacco siamo già ben coperti dalle nubi. Nel viaggio di andata mi chiedevo spesso se io fossi stato in grado di superare una via in montagna con passaggi quasi uguali al grado massimo che faccio in falesia. Stefano parte, lo vedo bene, sale in maniera continuativa e molto sciolto il primo tiro di V°+.
I minuti passano ma non è certo Stefano ad essere lento, anzi sale deciso, a tratti sparisce e non lo vedo più, le nubi sempre più fitte mi coprono la visuale su di lui spesso completamente poi ritorna, giù qui da me c'è sempre qualche gocciolina che di tanto in tanto viene a tenermi compagnia. Mentre Stefano arriva in sosta ecco che due dalla Negrin (credo), alzano bandiera bianca e fanno marcia indietro verso l'auto. E' la mia volta, si parte, il grado fin da subito si fa sentire, ma c'è tutto tranne che la voglia di rinunciare, l'ambiente è duro, se guardo giù, già dopo pochi metri quasi non si vede il punto da cui sono partito, la roccia è diversa da quella a cui sono abituato e con una certa difficoltà ma decisione salgo ma ecco che un punto proprio mi respinge e da lì dopo vari tentativi e molti minuti, anche a causa dell'ambiente che ho attorno alzo bandiera bianca. Stefano capisce che non è giornata o forse che ancora non è il mio grado per la montagna e anche lui mi consiglia di tornare; sopra inoltre c'è un tiro di VI e quello è sicuramente il mio grado massimo di questo periodo. Mi scarrucola e poi vien giù anch'egli in doppia. Sono dispiaciuto e demoralizzato ma poi inizia a cadere qualche gocciolina più insistente, la pressione cala e le nubi diventano sempre più scure, forse non è stato tutto completamente sbagliato, anzi forse è stato un messaggio. Stefano mi rincuora e cerca di farmi ritrovare la motivazione che non è certo sparita ma che era un po' scesa sotto le scarpe..."capita a tutti" dice lui, ma una rinuncia, una ritirata non rende mai felici però a volte è la cosa migliore per un alpinismo classico come lo vedo io, altrimenti srischiavo di trasformare la salita in una via con la tecnica del: "ciapa el ciodo e tira"!!! Poi una rinuncia non è mai una sconfitta e la montagna non scappa!
Un grazie a Stefano che anche in questo caso si è dimostrato un grande alpinista, con un compagno di cordata che deve ancora un po' crescere vah!!! Ma mi rifarò e la rifaremo presto assieme!
(Foto: situazione di visibilità, Stefano si intravede ed è circa a 8 o 9 metri da terra).
Colgo l'occasione per avvisarmi che mi sono giunte notizie dalla spedizione Ecuador 2010; i ragazzi stanno bene e nei giorni scorsi si stavano riposando dopo la salita a 4700mt; proprio in questi giorni invece iniziano a fare sul serio salendo le mete più alte (non che un 4700 sia una vetta poco seria ovviamente)!!!
venerdì 13 agosto 2010
Tre giorni, due spigoli!
Domenica sera, guardo le previsioni meteo su internet. Da mercoledì il tempo dovrebbe guastarsi; che facciamo? Breve telefonata a Silvan, poco meno di un'ora per preparare da zero tutta l'attrezzatura da roccia e per il campeggio. Speriamo di non aver dimenticato nulla. L'indomani mattina alle 5 Silvan è puntuale davanti a casa mia. Partiamo per una tre giorni sulle dolomiti.
Primo giorno, Spigolo Piaz al Sass Pordoi
L'auto corre veloce per le strade, è ancora buio, si vede che l'estate è ormai avanti. Alle sei e quaranta ci fermiamo a Agordo a fare colazione. Breve consultazione della guida e la via è decisa, sarà lo spigolo Piaz del Sass Pordoi. Alle 8 siamo al passo e alle 9 circa all'attacco, dopo un avvicinamento un po' faticoso (per me). Parto io su tiro semplice di quarto, prosegue Silvan su tiro di quinto. Sono all'ombra e mi raffreddo velocemente, parto e quando tocca a me il passaggio le mani sono completamente insensibili, non distinguo nemmeno se sto toccando un cordino o la roccia. Mi arrangio come posso e faccio il passaggio tirandomi sui chiodi. Segue tiro breve in A0, e un altro tiro ostico con passaggio di V+ su chiodi mobili. La via continua ora su lunghezze più facili. Ci alterniamo al comando fino a sbucare sulla vetta, tocca a me il tiro e vado a sostare sulla balaustra del rifugio Maria, mentre una dozzina di turisti mi osserva squadrandomi come se venissi da Marte. La prima via è andata. Segue lungo trasferimento a Canazei (evviva la coda delle 17) e installazione in campeggio, quindi cena.... in pizzeria, altro che veri alpinisti :-)
Secondo giorno, Spigolo Abram a Piz Ciavazes
Alle sette e trenta siamo sotto il paretone di Piz Ciavazes, per fare lo spigolo Abram. Con noi ci sono anche l'amico Andrea e sua figlia Alice, che sono in vacanza in Val Badia. Faremo due cordate. Non mi voglio dilungare troppo nel descrivere la via. Dirò solo che sono 12 tiri entusiasmanti su roccia (quasi) sempre molto buona, mai banali, con alcuni passaggi sostenuti. Una linea fantastica, complimenti ai primi salitori (che tra l'altro hanno continuato a nche dopo la cengia dei camosci). Io e Silvan ci alterniamo in testa alla cordata, così fanno anche Alice (complimenti!!!) e Andrea. Alle tre circa usciamo sulla cengia dei camosci sotto una grandinata. Per fortuna il tempo torna bello... e la soddisfazione è grande, durante la discesa, per la bella via. Segue di nuovo lungo trasferimento a Canazei (ma noi dobbiamo sempre tornare alle 17??) , quindi cena.... di nuovo in pizzeria, per via del meteo che non è il massimo (…..)
Terzo giorno
Ormai siamo appagati, la notte è piovuto e il cielo è grigio. Smontiamno con calma la tenda in campeggio.... alle nove siamo a passo sella. Che fare? Bighelloniamo fino a mezzogiorno alla città dei sassi, facendo qualche monotiro, qualche passaggio di bulder... poi all'una partiamo verso Padova. Intanto è pure uscito il sole... Il veloce viaggio di ritorno pone fine alla tre giorni. Una volta a Padova però non è facile ritrovarsi subito nella quotidianità... la testa è ancora lì a pensare agli spigoli fatti, e perchè no, a quelli ancora da fare. Ringrazio Silvan, grande compagno di cordata, con cui mi sono trovato benone ancora una volta. Grazie anche al Baldo, che costretto a Padova dal lavoro non ha smesso di pensare a noi, informandosi quotidianamente sulle nostre “peripezie”.
Alla prossima
I nostri amici stanno bene!!!
Sono felice di aggiornarvi che gli amici Alessio e Massimiliano, rispettivamente alle 22:46 e 22:15 ora italiana (15:46 e 15:15 ora Ecuadoregna) mi hanno comunicato a seguito di un mio messaggio che stanno tutti bene e che da loro la scossa di terremoto non si è neanche sentita! Inoltre hanno dato i primi aggiornamenti relativi alla spedizione dove riportano già due giri fatti di cui oggi un 4700mt... Continuate così!!!
Vi riporto i due sms
Alessio: Ciao tranqui raga la scossa è stata ad est non arrivata da noi. Fatti due giri prima cima 4700 oggi. grazie ciao!
Massimiliano:Tutto bene! Neanche sentito! Grazie beo
Un inbocca al lupo da tutto il GASP!!!
sabato 7 agosto 2010
Ecuador 2010
Alessio, Massimiliano e Luca....tutto il GASP vi augura una buona partenza e un in bocca al lupo per la vostra esperienza nelle montagne Ecuadoregne!!!
Tutto il GASP è con Voi, la bandiera vi è stata affidata e quindi vogliamo vederla a quota 6000....attendiamo Vostra newsletter di aggiornamento!!!
Buon divertimento ragazzi....
Buon compleanno Baldo
E fu così che con 5 giorni di anticipo il giorno 5 agosto 2010 ore 20:30 quasi tutti i componenti, anzi gli amici del GASP si sono ritrovati per festeggiare il compleanno del maestro Davide!!! Tra ottimi dolci, buon vino e l'ospitalità sempre lì di casa, la serata è trascorsa in allegria e giovialità! Ben gradito è sembrato il regalo, ma ora caro il nostro Davide, attendiamo di vederti impegnato in qualche vione con una corda in più per il recupero del saccone.
Da non dimenticare inoltre il saluto ai 3 componenti della spedizione Ecuadoregna con la consegna della bandiera!!!
Per concludere, tanti auguri a Davide per il 10 agosto, auguroni a Seila (che pensava di cavarsela) per il compleanno del 4 agosto e un Buona Fortuna a Massimiliano, Alessio e Luca per le 3 settimane in Ecuador e portate in alto il simbolo del GASP a quota 6000 mt.
giovedì 5 agosto 2010
Falesia Sass de Stria
Un saluto a tutti!!!!
lunedì 2 agosto 2010
Cason di Formin via Dallago Costantini
martedì 20 luglio 2010
Ferrata Lipella Cima Tofana di Rozes
martedì 13 luglio 2010
Primo Spigolo della Tofana di Rozes, via Alverà-Pompanin
…dai che vi do qualcosa da leggere alla mattina mentre fate finta di lavorare….. J
Dopo una settimana estenuante, il venerdì passato a casa in malattia, per stare meglio decido che il Sabato devo assolutamente curare l’altra malattia, quella della montagna. Così, anche se la forma fisica non è il massimo, mi lascio convincere da Silvan. Si parte alle 5 da Padova. Destinazione primo spigolo della Tofana di Rozes. Giusto per non strafare guadagnamo l’attacco in meno di mezz’ora contro i quaranta cinquanta minuti previsti dalla relazione, e alle 8.30 siamo già pronti. Fatica sprecata perché in via, davanti a noi, ci sono già diverse cordate. Lascio partire Silvan, sicuramente più in forma e reduce da una uscita in Pendice con Laura la sera prima. Il secondo tiro tocca a me, ma subito ci rendiamo conto che sulla via si è formata una specie di coda tipo esodo di Ferragosto… inutile spingere o tentare improbabili sorpassi, tanto siamo ultimi, non ci resta che metterci a ruota. Così i tiri si susseguono, sempre su roccia eccezionale, proteggibili alla grande ma protetti il minimo indispensabile, mentre noi ci alterniamo a comando della cordata… con l’unica accortezza che i tiri con passaggi duri toccheranno inesorabilmente al mio compagno. Ad un certo punto, ad una sosta, aspettiamo quasi un’ora che venga il nostro turno… la passiamo a guardare e fotografare due cordate di extraterrestri alle prese con vie di un altro pianeta sulla gialla parete del pilastro della Tofana. Il ritmo si rompe inevitabilmente, e di lì in poi rallentiamo anche noi; i tiri che seguiranno saranno un continuo perdere e riprendere una cordata di austriaci che ci precede. Tutto questo fino a una piccola cengia, stretta ghiaiosa e quanto mai scabrosa, che funge da via di fuga per tutte le cordate che ci precedono. Noi invece, stoici e perseveranti, finiamo la via fino alla cima dello spigolo, ma non senza emozioni; prima si incastrano le corde mentre Silvan scala da primo, ed è costretto suo malgrado a farsi scarrucolare su un chiodo per disincastrarle. Poi arriva un temporalone, ma per fortuna, mentre ormai contavamo i minuti che ci separavano dalla bufera, gira verso il Falzarego e ci risparmia una bella lavata. Alla fine anch’io mi sento quanto mai spompato, e gli ultimi due tiri se li cucca Silvan, che arriva raggiante in cima dove attrezza una sosta con chiodi e martello. E alla fine, ultima chicca, estrae dallo zainetto un piccolo treppiede portatile per immortalare con un autoscatto la vetta conquistata! Marianna!! Il pensiero in vetta va agli amici che la domenica prima avevano conquistato il Gran Zebrù… Intanto complimenti a Silvan, e mentre scendiamo prima per cengia esposta e poi per facile mulattiera, penso che, anche se fisicamente non ero al meglio, la mia spompatezza è stata compensata dalla bravura e dall’entusiasmo del mio compagno (che ringrazio ancora). E penso anche che grazie a lui ho realizzato un sogno, e la lunghezza della via ha portato un po’ di requie alla mia voglia di roccia. Pensiero che però è durato poco. Già la domenica la malattia ha ripreso il sopravvento e sono tornato a sognare la prossima avventura.
Alla prossima dunque,
domenica 27 giugno 2010
Via Illing Alverà & co. all'Averau
Quanto difficile obbedire alla sveglia al mattino presto, è una cosa a cui non mi abituerò mai. Stefano, Davide e Alessio la pensano come me: stessa esperienza traumatica; ma siamo tutti e quattro puntuali a partire, tutti per un unico obiettivo, tutti per la nostra più grande passione: arrampicare. Intanto fino al passo Giau, poi verso l’Averau sulla via Illing Alverà e co. Un’ora per arrivare al rifugio, successivamente l’avvicinamento esposto un po’ pericoloso, ometti e chiodo alla base della via ci dicono che siamo sul posto giusto. Non è una delle vie del Fanis o di Arco tutte super protette ma una classica alpinistica fatta di roccia non sempre buona e sassi semimobili, fatta di quella roccia gialla che non sai mai bene se tiene o no. Le cordate sono formate da Stefano – Davide ed Alessio con me, partiamo io e Stefano da primi. Capiamo subito che la nostra sicurezza non sempre è possibile, proseguiamo piano, con cautela, con difficoltà. Si è vero, è solo un 4° grado, ma quando con lo sguardo segui le mezze che scendono dritte senza sicurezze, quel 4° grado si trasforma in un muro e una serie di idee negative ti frullano in testa bloccandoti psicologicamente. In qualche maniera dopo parecchio tempo arriviamo alla prima sosta. Alessio mi da il cambio oggi è in “pompa” ha voglia di scalare dopo un lungo periodo di digiuno. Davide ci vuole convincere che per lui non è giornata, nessuno gli crede, si muove bene anche su passaggi difficili, ma vorrà continuare da secondo per tutta la via. Stefano riparte da primo, è provato dal primo tiro quasi da rinunciare al proseguimento, ma presto ritrova lo spirito giusto per procedere molto più tranquillo e convinto. La via si dimostra fattibile con difficoltà superabili con diverse tecniche, abbastanza logica nel tracciare una linea tra i punti possibili della parete sud-ovest, interessante un breve traverso che porta ad una nicchia che ci ha visti particolarmente impegnati. Nell’alternarmi con Alessio, sorte vuole che sbuchi fuori dalla via per primo e nell’arrivare su scorgo un’impatto visivo incredibilmente favoloso: un circo a 360° gradi di monti che non possono lasciarmi indifferente, li saluto per nome come rincontrare vecchi amici e ricordare i bei momenti vissuti assieme in passato. Mi raggiungono anche gli altri, festeggiamo con qualche cioccolata, qualche barretta e ci dissetiamo, qualcuno ha pure bresaola e pizzette, ne mangio una volentieri. La foto di gruppo non può mancare, a perenne ricordo il Boè dietro di noi, forse per non dimenticare che mi deve una macchina fotografica che si è inghiottito tempo addietro, o forse semplicemente perché era l’unico posto dove si poteva orientare la macchina fotografica per una foto che ci prendesse tutti vittoriosi sull’Averau. E’ ora di scendere, ci incamminiamo verso la ferrata e con nostra sorpresa troviamo dei lunghi tratti da attraversare su neve fresca. Poi la ferratina caratteristica con le scarpe e calzini bagnati. Ultimo tratto di sentiero che ci separa dal passo Giau, la magia si è quasi esaurita, mi fermo guardo bene attorno a me, chiudo gli occhi per fissare nel tempo quello che ho fatto e visto, intanto sento e ascolto la brezza fine caratteristica della quota che mi prende tutto il corpo, più sensi partecipano a questa acquisizione e più indelebile sarà il ricordo di questa giornata faticosa ma piena di emozioni vissuta assieme ad amici che condividono un unico obiettivo, la stessa grande passione: arrampicare.
Semper ad altum.
domenica 30 maggio 2010
Gran Paradiso
Per motivi tecnici partiamo da Padova il sabato alle 20.30 arriviamo al parcheggio di Pont in Val Savarenche alle 23.45. Qui veniamo accolti da una volpe che viene a mangiare vicino alla macchina......
All'una meno un quarto partiamo e in piena notte arriviamo al rifugio Vittorio Emanule II. Facciamo un pisolo di un'oretta e poi via il resto del Corso SA2 è già in marcia!!!!
Dal rifugio in poi è tutta una meravigliosa salita con ottima neve e ottima compagnia!
In cima vediamo il Monte Bianco e lì scoppia l'emozione per tutti! Figata!!!
DIscesa spaziale su ottimo firn fino alla macchina.
Finale: gran salita dislvello atomico ma grande soddisfazione.
Un caro saluto ai due scialp Luca S. e Luca C. per l'accoglienza quando sono arrivato....
Un grazie al Gasp che ogni volta mi sostiene su queste scamellate!!!
Massi
domenica 23 maggio 2010
Via Maica al Pilastro Est del Vaio Stretto
Ora tocca a me. Guardo in su, guardo la relazione, è proprio di la per la fessura-camino strapiombante. Strano, la relazione segna un 5+ ma a guardare sopra di me sembra oltre le mie possibilità. Ripensavo alla sera prima quando a Lumignano con amici mi divertivo allenandomi e non sapevo ancora che dovevo venire qui sulla via Maica al Pilastro Est del Vaio Stretto; mentre scendevamo al paese con frontale ci sentivamo osservati e mi veniva da dire: ”Salve abitanti della Terra, veniamo in pace”! Era buio ma con Andrea, Laura ed Elisa si stava proprio bene anche se non c’era il sole. Ora ero al 2° tiro sotto quel camino a campana, mi stacco dalla sosta sotto gli occhi attenti di Stefano, tecnica da camino, dopo il primo rinvio su chiodo non vedo più niente per proteggermi, allora ricordai le parole di Castagna, incontrato poco prima al parcheggio autore di questa via, che consigliava un friend da 3 su quel punto, lo metto, ma poi 20 cm più sotto vedo un’altro chiodo, è ben protetto. Stacco il friend e mi attacco sull’appena scoperta sicurezza: forse il friend da 3 è per chi vuole una maggior sicurezza. Riparto, mi alzo coi piedi, mi sposto sul lato di destra ecco una maniglietta, piede in opposizione e su col braccio libero su un nuovo appiglio per uscire sullo spigolo: bellissimo passaggio, alto livello di adrenalina, mi sono esaltato. Rassicuro Stefano che dalla sosta, lo vedo uscire dopo aver fatto il passaggio aereo, è esaltato anche lui. La via continua meno aerea ma non meno impegnativa, tutta su roccia più che buona, non ho più il pensiero di superare la difficoltà, ora gioco con la gravità, cerco il movimento coordinato, sto bene in questo contesto, mi sento a mio agio. Anche Stefano si sta divertendo, continuiamo in alternata su traversi, spigoli, camini e placche che non superano il 5+, fino al libro di via: è il primo scritto dell’anno, ricordiamo i nomi, il GASP e anche il CAI. Inscatolo di nuovo e riparto, ma questo penultimo tiro è insidioso, sto molto attento dove metto i piedi, cerco roccia sicura e abbraccio un masso ma questo d’un tratto si muove e me lo sto per trascinare giù con me: mollo tutto ed in punta dei piedi resto in bilico spaventatissimo, intanto il masso torna nella sua sede, Stefano mi urla se sto bene mentre segue la scena preoccupato per il mio stato d’animo, gli rispondo che sto bene e che voglio continuare. Per fortuna è solo il penultimo tiro con roccia mobile e che si frantuma, poi la cima, quassù c’è un bel panorama, qualche chiazza di neve è rimasta qua e la sui canali in ombra, l’aria è quella fina dolomitica, penso che sia per questo che le chiamino Piccole Dolomiti, si sta veramente bene, soprattutto perché Stefano mi ha prestato il suo pile perché il mio lo avevo dimenticato. Ancora una volta con Stefano raggiungiamo un bell’obbiettivo con una nuova via di roccia che ci ha visti protagonisti insieme, sono contento di aver rafforzato la mia esperienza e la nostra amicizia attingendo anche dalla sua esperienza, mi trovo veramente bene con lui in montagna. Scendiamo e dopo un paio di doppiette e qualche passaggio esposto, alla forcella decidiamo di scendere per il Vaio Stretto: due impressionanti paretoni a picco, una vicina all’altra e noi in mezzo sul canale in discesa con salti di roccia anche difficili, superabili con catene fisse e scalette. Torniamo alla macchina un po’ provati ma contenti, dopo un’avventura soddisfacente. Prima di scendere un panino e una radler per brindare al successo e al riscatto su un triste ritiro al Cengio di qualche settimana prima che ci aveva abbassato il morale, oggi nuova linfa scorre nelle vene.
Semper ad altum. Silvan.
domenica 2 maggio 2010
Monte Cengio
Ossia come pochi metri di arrampicata sul marso ti riportano con i piedi per terra (in senso metaforico). Partiti prestino da Padova, diretti verso l’altopiano di Asiago, Alessio Silvan ed io, abbiamo raggiunto velocemente gli attacchi delle vie sulla parete sud del Cengio, monte sacro alla partia per via dei combattimenti della guerra 15-18. Parto io sulla via dal Bianco, primo tiro V/V+ secondo la fotocopia della relazione. Mi alzo pochi metri da terra, e dopo un chiodo e un dado “psicologico”, non mi sento sicuro per via del marsume che mi attende e non riesco a decidermi per proseguire. L’invito al cambio dai miei compari di sotto giunge come il canto delle sirene. Incontriamo intanto tre “indigeni” che si accingono a fare un’altra via lì vicino, e, crocs ai piedi, ci dicono che si può raggiungere la sosta del primo tiro anche camminando per facile cengia. Ma ormai la corda è su, io lascio il posto a Silvan, che supera di slancio il punto da me raggiunto, arriva a due chiodi un po’ sopra, si alza di altri due metri e si trova a fare i conti con una frana verticale. Decide di scendere fino all’ultimo chiodo, gli scappa una mano, un piede, quasi vola, ma riesce miracolosamente a raggiungerlo. Veloce scarrucolamento su maglia rapida già in loco e partenza per la fantomatica cengetta. Peccato che ad un certo punto la cengia finisca e per raggiungere la sosta si deva fare un traversino esposto di 15m di quarto, più scalare un po’ di muretti erbosi. Noi non abbiamo i crocs ai piedi, e, con il morale sotto i tacchi, decidiamo allora di fare la via anaconda, un po’ più sostenuta ma su roccia ottima. Riparte Silvan, la roccia è veramente ottima, ma anche il grado si fa sentire. Dopo una quindicina di metri lo calo e riparto io. Riesco a raggiungere in azzero selvaggio il punto da dove l’ho calato, ma poi cedo di fronte al fatto di dovermi staccare dall’ultima protezione. A quel punto decidiamo di cambiare sport, e ci dedichiamo alla visita culturale dei resti di guerra in loco e poi andiamo al bar ad annegare la sconfitta. Che dire ancora, dovendo trovare un lato positivo all’uscita… che abbiamo visto un posto nuovo, un ambiente sicuramente impressionante e suggestivo, che forse le vie erano un po’ “sottogradate”, che devo prendermi i crocs…. Diciamo che ogni tanto una sconfitta fa bene, aumenta la motivazione, oggi stesso avrei voglia di tornare di nuovo a fare anaconda e finirla (ma per fortuna è brutto tempo, anche xchè probabilmente non ci riuscirei). Ringrazio i miei compari per la compagnia e la pazienza. Alla prossima.
lunedì 26 aprile 2010
giaron della scala....
domenica 18 aprile 2010
Isola di Nagual
giovedì 15 aprile 2010
Felpe del GASP
giovedì 8 aprile 2010
Via Spigolo Barbiero - Rocca Pendice
Beh bene direi, la cordata ha piantato un primo chiodo (dopo quello che Laura mi ha lasciato l'anno scorso sulla cresta) e poi giù diretti al bar a Teolo per una Radler dissetante e un po di cibo vah!!!
Alla prossima....
Via del 92° congresso SAT - Monte Baone
Come già detto da Silvano e Laura, la mattina siamo partiti tutti assieme e dopo la colazione di rito a Mori ci siamo divisi per affrontare le due vie. Siamo arrivati sotto le placce di Baone, posteggiata l'auto e ci siamo incamminati; via tutto sommato facile, che ci ha lasciato respirare quell'aria di tranquillità e svagatezza. Ad essere onesti i primi due tiri erano pressochè banali, poi la via senza mai diventare difficile ci ha offerto un po di brio e alcuni traversi (gli unici già protetti a chiodi) non banalissimi ma mai difficili ci hanno proprio fatto divertire. Beh se si vuole possiamo dire che è una via di m***a ma non perchè non sia una bella via ma perchè ne è piena e sembra che i colpevoli siano i caprioli!!!! Beh usciti dalla via abbiamo compilato il quaderno di via (vedi foto) e ci siamo fatti quattro risate e scendendo abbiamo raggiunto gli altri in centro ad Arco per una birra e una pizza (meglio sarebbe stato un panino)!!!
lunedì 5 aprile 2010
Placche zebrate via Manilia
giovedì 1 aprile 2010
Cari Soci e non, ma soprattutto amici, volevo lanciare una domanda aperta a tutti per poter esprimere liberamente quello che vi spinge e/o quello che provate andando in montagna, il "perchè" arrampicate, passeggiate, sciate e qualsiasi altra attività vi porti in montagna.E' una domanda a cui ognuno di noi avrà già risposto per conto proprio ma che difficilmente abbiamo esternato.Sarà interessante scambiarsi e condividere la propria idea il proprio credo. Questo non farà che rafforzare la nostra passione riscoprendo negli altri un modo diverso di vedere la stessa cosa.Non abbiate paura di esporvi o di dire la vostra, è anche questa una piccola sfida da non farsi scappare; aspetto almeno qualcosina da tutti, ciao. Silvan