giovedì 18 agosto 2011

Via Consiglio Lagazuoi Nord

“Perché svegliarsi presto e andare direttamente all’attacco della via? Ma no, meglio fare prima un giro turistico della zona, anzi meglio ancora: facciamo il sentiero 20B al contrario”. Avrei voluto pensare di proposito in questo modo ma ahimè un errore clamoroso ci fa partire sulla via Consiglio alle 11.00. E’ come se per fare pochi chilometri si prendesse la tangenziale che gira attorno alla città al contrario. Siamo stanchi per la “scarpinata”, un po’ giù di tono per l’orario che quasi ci fa rinunciare, ma mi sento in forma e propongo a Stefano di cominciare l’avventura a costo di tirarmi tutta la via da primo. L’itinerario è in un ambiente severo, all’ombra, con poche tracce di passaggio, soste esistenti quasi tutte, in via c’è qualche chiodo ma bisogna integrare parecchio e non sempre è possibile proteggersi, più che buona la roccia a parte gli ultimi tiri: in concreto una frana pronta a scaricare di sotto. Il tracciato ci mette alla prova con “caminacci” umidi e linee logiche seguendo i punti di minor resistenza tipica degli anni ’50 quindi anche con passaggi detritici. Ora tocca a me e a un certo punto trovo finalmente qualche chiodo (comunque da controllare), dopo qualche metro guardando in alto vedo un cordone sopra un pilastrino di circa tre metri, subito cerco di raggiungerlo convinto fosse la mia sosta e con fatica e difficoltà al limite delle mie capacità riesco nell’impresa ma mi accorgo che il cordone è abbandonato a se stesso. Ricontrollo la relazione che fortunatamente riporta un cordone abbandonato a destra della mia sosta che comunque non vedo. Il materiale per l’assicurazione è tutto messo in parete, ho fatto anche dei rinvii improvvisati con i moschettoni con ghiera; con un atto di fede faccio un traverso a sinistra molto arduo aiutandomi con il lungo cordone, un ultimo sforzo e raggiungo una cengia trovando anche la sosta, probabilmente altri prima di me sono incappati in questo errore. Stefano mi segue attento nei movimenti talvolta difficoltosi, ci scambiamo idee sui passaggi più logici da percorrere per proseguire. Devo veramente impegnarmi per trovare punti di assicurazione, più di qualche volta devo chiodare sulla via e sulle soste dando un tono pionieristico al tracciato. Bisogna fare molta attenzione alle scariche di sassi che sono in bilico su alcune banche detritiche alla fine della via, fortunatamente non abbiamo cordate sotto di noi, sicuramente siamo tra i primi a ripeterla quest’anno. Ancora un caminetto e siamo fuori, mettiamo le scarpe in fretta, facciamo su le corde, ma anche trovare la discesa non è facilissimo, alcuni salti di roccia e un canalino insidioso ci porta sulle facili ghiaie che scendono al sentiero. E’ tardi ma che importa dopo questa via sembra che nulla ci possa più intaccare e ci sbrighiamo a raggiungere una radler che abbiamo sognato in via. Qualsiasi scalatore sa che il grado di difficoltà non è l’unica cosa da considerare di una via in montagna di fatti, anche se su carta questa via prometteva gradi abbastanza semplici, in realtà non è stato così, resta comunque un’esperienza intensa che mi ha fortificato facendomi considerare un lato diverso della montagna che normalmente frequento, sentendomi più forte e pronto per un’altra avventura.