lunedì 18 gennaio 2010

Sentiero alpinistico M. Torti

A picco sul Lago di Garda vicino a Limone, su una via che doveva essere una strada, 4 appassionati di montagna si accingevano ad affrontare l'impresa della via Torti. Cosa ci facessero poi 4 come noi a meno di 100 mt sopra il lago non si sa; forse la voglia d'estate, o forse qualcuno voleva provare l'ebrezza del tuffo; fatto stà che questo connubio tra roccia ed acqua ci attirava. Stefano, io, l'autista di rally Andrea e l'amico Enrico, avevamo parcheggiato con un po' di fortuna su una piccola piazzola con tetto di roccia basso sulla Gardesana che da Riva porta a Limone. Ci rendemmo subito conto della pericolosità del tratto di strada da fare a piedi (anche se breve) per raggiungere il sentierino. Controllammo bene quasi a voler scorgere le macchine oltre le curve vicine. "Andiamo? Corriamoo"! Ci sentivamo un po' birilli su una pista da bowling. Scampato il pericolo strada e dopo un avvicinamento non tropo lungo, ci trovammo su questa strana via scavata nella roccia, dove solo il quarto lato (di un rettangolo ideologico ricavato dalla roccia) dava sul lago, a tratti con paratie per il pericolo strada sottostante. Il sole c'era, i paesaggi erano stupendi, difficoltà ridotte poiché il percorso era pressoché orizzontale, si stava proprio bene. Sono convinto che in alcuni punti se sputavo raggiungevo l'acqua del lago. Dopo una prima parte di ferrata, c'erano solo gli spit, quindi ci siamo legati in conserva a 15 mt circa e abbiamo proseguito. Dopo un paio d'ore si era alzato il vento e Stefano ed io davanti, aspettavamo Andrea ed Enrico dietro, solo che a star fermi il freddo si faceva sentire di più, cercavamo quindi di muoverci sul posto come potevamo ingozzandoci di quadrati di cioccolata, come se le calorie ingerite ci isolassero dal freddo. Abbiamo incontrato anche qualche passaggino delicato: 2 traversatine su ferrata nel vuoto e una scaletta d'acciaio in discesa dove Andrea, restato per ultimo, si era soffermato un po' più del solito, probabilmente coglieva il momento per essere fotografato e videoripreso dagli altri... Alla fine della via con nostra turbata sorpresa la relazione ci faceva dirigere chiaramente verso la Gardesana: non so gli altri ma personalmente cominciavo a sentirmi nuovamente un birillo e la cosa non mi piaceva per niente. Giunti alla strada avevamo 20 minuti di roulette russa su asfalto per tornare alla macchina. Comunque nelle molte gallerie c'era un minimo di marciapiede (se così si può chiamare): 30 centimeti di rialzo con gemme riflettenti a paletto ogni 20 mt che ti costringeva ad esporti in strada. Finita la galleria costretti a salire sul muretto di un metro dove da una parte subito la strada e dall'altra l'alta scogliera sul lago. In qualche breve tratto c'era la possibilità di stare fuori dalla strada ma poi eri costretto a ritornarci. Finalmente il traguardo della macchina, dopo l'ultimo tentativo di suicidio per attraversare la strada. Un ringraziamento ai miei amici e consorti d'avventura, per aver passato assieme una giornata per niente banale. Insomma una giornata così, dove spero ricorderò solo quella stupenda scogliera di roccia a picco sul lago.