lunedì 17 febbraio 2014

Tentativo al Diedro Martini


Sabato 15 febbraio sembrava il giorno giusto per affrontare il Diedro Martini con Laura e con tutte le convinzioni del caso, attacchiamo il caratteristico gran diedro canale. Per il tardo pomeriggio dovrebbe piovere, per sicurezza alle prime luci siamo già in posizione e con nostra delusione ci si presenta una linea bagnata da scivoli d’acqua; non importa mi sono già trovato in queste condizioni: i primi tiri sono facili possiamo farcela, poi si vedrà il da farsi sperando bene che i tiri sopra la cengia siano asciutti. Saliamo con difficoltà ovvie le prime lunghezze da 50 / 55 metri, l’ambiente è severo, alpinistico, con protezioni lunghe a volte roccia non proteggibile, tratti oltre che bagnati anche friabili, scariche di sassi che sibilano intorno a noi ci tengono sull’attenti scegliendo linee nuove con soste improvvisate per  proseguire sicuri il più possibile. Arrivati alla grande cengia che divide lo scudo dagli strapiombi, ci accorgiamo che la situazione non migliora, anzi una volta fatti un paio di tiri a fatica su fango erba e rocce rotte, una semplice liscia placca di quarto grado essendo bagnata non ci permette di andare oltre senza rischiare. Da quella posizione poi si notava bene che la parte superiore era anch'essa tutta bagnata e da coscienziosi scalatori decidiamo di scendere avendo sfidato fin troppo la sorte. Cinque doppie, due risalite per corda impigliata e due maglie rapide con tutte le difficoltà delle corde fradicie, ci hanno permesso di scendere prima che cominciasse a piovere alle 16.00. Restano tre cose di questa esperienza: la prima: l'amaro in bocca per non essere riusciti a terminare la via; la seconda: la consapevolezza di potercela fare perché asciutta è una via favolosa; la terza: un ringraziamento e ammirazione per la mia amica e compagna d’avventure Laura che ha superato con coraggio e determinazione momenti difficili e impegnativi.


Semper Ad Altum