mercoledì 26 ottobre 2011

cavalcata bassa dei denti

....voglia di arrampicare tanta nonostante sapevamo che le temperature sarebbereo state miti..ma lo stesso io e Ste ci siamo diretti verso Campogrosso per andare a vedere questa Cavalcata dei denti com'è....temperatura fuori -2, ma si va...il sole sta sorgendo e ci dirigiamo alla ricerca dell'attacco della via....ovviamente prendiamo un vajo, come c'era scritto sulla relazione,ma che forse non era quello giusto e ci troviamo a camminare a quattro zampe su delle parti cosìdette "marse" ma con molta fiducia passiamo e giungiamo all'attacco e faceva quasi caldo..chissà come mai...la roccia da subito molto bella...via ben segnalata con dei cordini e chiodi, ben protetta ma da integrare in alcuni punti...mai banale anzi e molto entusiasmante..una volta saliti sul dente da latte con dei bei passaggi:) siamo scesi per affrontare il dente grande e il mio compagno mi ha concesso l'onore di tirare questo tiro assai bello e dinamico...il sole ci stava lasciando e le temperature non erano delle migliori ma la voglia di fare sti denti era ancora tanta..quindi mezzi congelati via sopra il dente per fare una mega doppia nel vuoto...molto molto elettrizzante..per fortuna il marchand ha tenuto..hihihih...e poi via con il dente piccolo e un'altra doppia...per poi perdersi di nuovo sulla strada del ritorno giusto perchè non potevamo non prendere strade alternative se no troppo facile eh!!!!una birra e un panino ci stavano proprio e poi via verso la strada di casa ascoltando le musiche dei bimbi....

domenica 9 ottobre 2011

Via Cipriani o Spit

Passo Campogrosso, l’auto si ferma vicino al rifugio, il termometro della temperatura esterna segna tre gradi, qualche esitazione prima di aprire le portiere e affrontare il freddo e poi via a prepararci come gladiatori che scendono nell’arena. Il periodo di caldo è finito, contro il freddo ho due pail, il meteo, però ci ha promesso bel tempo, noi non abbiamo scelto una via al sole a sud, no, noi intrepidi siamo tipi da parete nord: ”Le vie a sud le lasciamo a quelli che frequentano le falesie...” ci convinciamo l’un l’altro. Stiamo cominciando una breve via di quattro tiri sul soglio Sandri Menti a nord, le mani insensibili cercano gli appigli migliori per indirizzarci nella giusta direzione, la roccia fredda e il vento gelido sono lame taglienti e dal buio guardando zone ben illuminate dal sole bramiamo di arrampicare scaldati dal sole come falesisti scartati appena un’ora prima. Dopo aver aperto un primo tiro di corda con variante “Silvan” difficile, affronto dubbioso il secondo tiro di 5+ e 5, sono un po’ fuori allenamento, non faccio una via ormai da un paio di mesi, la tratta è difficile e continua, spesso mi fermo e porto d’istinto le mani in alternata al magnesio ma è solo per far riposare le braccia, la parete è verticale e le prese sono sfuggenti, in compenso mi sono scaldato e le protezioni in loco sono ravvicinate anche se con piastrine datate, nel frattempo arrivo alla seconda sosta carico e compiaciuto. Stefano continua a mandarmi avanti, dice che lui sta bene così ance se non proseguiamo in alternata, è piaciuto anche a lui il secondo tiro e m’incoraggia ad affrontare il terzo tiro dove le difficoltà diminuiscono. La roccia continua ad offrire solidità, ma non bisogna sottovalutarla, qualcosa che si muove c’è sempre, le protezioni ora non sono più sufficienti, bisogna integrare con friends e nut, mi sto finalmente divertendo, mi ci è voluto un pochino prima di riuscire ad arrampicare con disinvoltura su questo itinerario. L’ultimo tiro non lotto molto per convincere il mio amico di ventura a proseguire da primo di cordata, penso che anche lui abbia la voglia di esprimersi in parete; da secondo osservo sempre con interesse come Stefano riesca sempre a proseguire ben protetto anche quando le possibilità di assicurarsi non sono molte. Risalgo in fretta il quarto e ultimo tiro fino al recupero un nut molto grande che non ne vuole sapere di uscire da quello spacco di roccia che lo blocca, è inutile insistere, servirà a qualcun altro che si proteggerà e tenterà invano di rubare questo dono involontario fatto da Stefano alla montagna che porta la mia firma. Stiamo imbastendo le doppie obbligatorie per scendere, siamo infreddoliti, ma l’idea di ritornare al calore del sole fa velocizzare le nostre manovre e in breve tempo con due doppie ben calcolate siamo alla base della parete. Dopo quarantacinque minuti stiamo in rifugio a brindare con radler e un panino di speck e formaggio che, sarà per la fame poiché erano le due e mezzo, ma era di una bontà senza eguali. Resta il chiaro ricordo di una via breve ma con vicende inaspettate che la caratterizzano, la prossima volta valuteremo con più giudizio il versante di esposizione della via: meglio essere due lucertole al sole che due stoccafisso in frigo.