domenica 18 novembre 2012

Due Spigoli


Gran bella giornata quella di Sabato che ci ha visti impegnati in una via molto bella sopra il lago di Massenza. Il vento, il freddo con temperature vicino allo zero e soprattutto una schifosa colazione improvvisata in un bar lungo la strada, non ci hanno impedito di cominciare la via "Due spigoli". Da sotto la via si nota bene poiché si sviluppa su una rampa che assomiglia ad un'autostrada diretta verso il cielo; dopo questa, un traverso a sinistra permette di raccordare un secondo spigolo più su che si sviluppa sulle ultime due lunghezze. Il tracciato è continuo e ritmico (ved. H. Grill) e ci ha regalato emozioni su tutto il percorso a tutt'e due le cordate: Giuliano con Nicola e Francesco con me, soprattutto sul traverso sotto il secondo spigolo dov'è i nostri avambracci hanno dovuto lavorare bene in A 0 mettendoci alla prova. Resta un'esperienza e un'appagamento pieno che resta bagaglio psicologico e fisico per prossime ascensioni. Grazie ai miei amici di cordata e d'avventura che m'hanno regalato una splendida giornata.

Semper ad altum.

giovedì 23 agosto 2012

Drago

Drago

Il drago per me si è svegliato,
immobile fingeva sembrava morto;
i suoi denti aguzzi mi ha mostrato,
l'avevo sottovalutato e avevo torto.

I mentori per me avevano avvertito:
in punta dei piedi ti devi avvicinare;
affascinante il suo corpo così appuntito, 
ma facile non è come può sembrare.

Su di esso convinto comincio a salire,
la sua linea perfetta ricorda un serpente,
silente e sinistro con squame a pulire,
pellaccia a solchi per attaccarsi abilmente.

"Avanti convinto" urla l'amico e l'eco a valle,
capire bisogna l'arrampicata sulla schiena,
con curve segrete per raggiunger le spalle,
non sbagliare, pena: sinistra ritirata piena.

La testa insidiosa è ormai ancorata
ma finita non è finchè non si è scesi;
la chimera non dev'esser decapitata
vinta ci segue con occhi ancora accesi.

Il drago per me si è svegliato,
immobile fingeva sembrava morto;
la corda è sul collo: è stato domato,
l'ho cavalcato e non ne avevo torto.

Semper ad Altum.

domenica 13 maggio 2012

pilastro Soldà Baffelan

La decisione di partire la mattina presto perchè il tempo doveva cambiare nel pomeriggio e la festa a sorpresa organizzata per Silvan la sera ci ha fatto decidere per la via del pilastro Soldà....
Avevo già provato ad attaccarla ma un rovinoso volo mi ha fatto restare la paura di quella roccia, di quella via che tanto volevo ma che incuoteva in me tanto timore....ma con voi me la sono sentita e così ci ho provato.....
Una via dalle mille facce, bellissimi passaggi, fessure, diedri, camini, la roccia un po' così a tratti ma per il resto magnifica, il sole che ci ha abbrustolito e nn poco e quella pace che quelle montagne e il panorama sanno infondere...
Con la concentrazione, l'adrenalina, un po' di paura, qlc consiglio, il sapere che a farmi sicura c'eravate voi Silvan e Lorenzo, tutto ciò ha fatto si che ce l'ho fatta e la mia prima via da prima lassù c'è stata....
Quante risate, quanti sguardi, la voglia di farla e il muoversi delicatamente su quella parte di montagna che è così incombente e così vera da laggiù mentre da lassù ti da una vista mozzafiato...
la birra e il panino nel rifugio per poi tornare per portarti alla tua festa di compleanno...era bello sapere e che tu nn sospettassi niente...la tua faccia alla festa ha detto tutto..sorpresa, gioia, emozione, stanchezza ma felicità..un bel mix di emozioni in una giornata importante!!!grazie amici miei!!!!!e alla prossima eh....ormai la si fa!!!!!!
laura

venerdì 23 marzo 2012

Via Caliari (Variante Primavera)

Avevamo già tentato di arrivare all'attacco di questa via, ma senza successo: avevamo lottato per ore in mezzo alla boscaglia senza trovare il nostro obiettivo, vista l'ora avevamo ripiegato su una via più corta alle Placche Zebrate, Laura, Lorenzo ed io.Oggi siamo di nuovo sulle tracce di questa via noi 3 insieme con Giuliano (un amico della palestra), stavolta leggendo bene più relazioni siamo finalmente giunti all’attacco giusto grazie anche dall’esperienza che ricordavo vagamente della via Calliari originale. Notiamo subito alla partenza qualcosa che segnerà più della metà del nostro itinerario: rocce rotte e instabili e con attenzione arriviamo alla nostra prima sosta senza pensieri. Si continua su una bella fessura che diventa poi un diedro, i movimenti sono belli e puliti, la soddisfazione non manca; al termine del diedro leggermente obliquo a sinistra esco con un bel movimento su una gran placconata, traverso delicato e sosta su albero, lascio anche una fettuccia ancorata sull’unica pianticella presente sul passaggio anche se tirando troppo probabilmente uscirebbe. E’ la prima volta che vedo Giuliano arrampicare e se la cava bene superando con maestria le difficoltà che incontra, Lorenzo (in cordata con me) segue tutti i miei passi anche se difficili, Laura è legata con Giuliano, ho fatto molte vie con lei e mi fa un certo effetto che sia legata con qualcun’altro, comunque come al suo solito le difficoltà non la spaventano. Il terzo tiro il più difficile secondo la guida che recita: ”Dalla sosta traversare a destra utilizzando la grande fessura sino a raggiungere la piccola fessura svasata che sale in obliquo verso sinistra”. Giuliano ed io guardiamo bene con attenzione perdendo un sacco di tempo ma questa fessura svasata che sale non la vediamo proprio, allora tento di risalire più a destra su terreno franoso insidioso, trovo poi un chiodo artigianale datato sicuramente fuori via e come aria dopo una lunga apnea mi assicuro subito. Continuano a cadere intanto pezzi di roccia e purtroppo si leva anche una grossa roccia da sotto il mio piede trovandomi penzolante come un salame su un bidito che mi salva da un volo, tutto bene dunque sennonchè il sasso staccatosi si schianta addosso a Giuliano colpendo fortunatamente il casco, siamo un po’ sconvolti ma stiamo tutti bene e decidiamo di proseguire. Dopo 55 metri di corda riesco a fare una sosta su albero fuori via, Giuliano mi raggiunge con un Prussik sulle mie corde per sicurezza, visto il miracolo per arrivare, poi arrivano anche Lorenzo e Laura, guardo il casco di Giuliano e si vede proprio dove è arrivato il sasso che ha provocato un solco. Da qui si intravede la linea originale della Calliari, ancora un tratto di friabile e finalmente in via; da qui in poi la roccia è sana e compatta, ci si può rilassare e divertire visto che le difficoltà non superano il V+, decidiamo anche di uscire per la via Astronomy che anche se presenta un grado in più, personalmente credo sia più di soddisfazione e con roccia migliore. Resta il ricordo di una via che non penso rifarò, la prima metà non mi è piaciuta per nulla e i miei amici di avventura lo confermano, comunque dopo un’avventura di questo tipo mi lascia la consapevolezza di essere un po’ più preparato per le vie future e mi da l’illusione di poter affrontare qualsia cosa.
Semper ad Altum

sabato 10 marzo 2012

Moonbears

Eccomi di nuovo ad Arco in buona compagnia di Stefano Andrea e Alice. Il sole è già alto, ci stiamo avvicinando al Dain e le pareti del Sarca mi attraggono come il miele per l'orso. Abbiamo deciso di fare una via che mi era stata consigliata da amici, solo che il nome della via aveva preso un nome che non era propriamente il suo, un pò come il gioco del telefono senza fili, il nome di mia conoscenza era tipo "Nubir" o qualcosa del genere. L'attacco della via è già noto ma non avevamo una relazione quindi il grado è un po' a sorpresa. Dopo una prima lunghezza di circa 40 metri facili notiamo una scritta che non è Nubir ma bensì Moonbears, proseguiamo dunque per questa. Guardiamo da sotto la linea da seguire e ci appare subito chiara seguendo una serie di diedri e fessure che tagliano verticalmente tutta la parete, Il mio primo pensiero è se saremo in grado di uscire da questa parete apparentemente molto difficile. Il secondo tiro e di quarto forse quinto, per ora non mi preoccupo, superiamo bene tutti questa lunghezza. Riprende avanti Stefano in alternata e' qui la difficoltà comincia a farsi sentire, tanto che lascia passare avanti Andrea (in cordata con Alice) e dopo un pò di incertezza riescono a passare. Ancora una lunghezza difficile che passo con movimenti in dulfer, davanti mi precede di poco la giovane Alice che a guardarla mi da coraggio, vista la apparente semplicità con cui affronta la parete. Guardo giù e l'esposizione si vede bene, osservando il tragitto fatto sembra impossibile essere passati proprio poco prima, guardo su e i sentimenti non cambiano: ci aspettano ancora passaggi a prima vista impossibili. Continuiamo a salire, tutto sommato ce la caviamo bene, i passaggi che prima sembravano impossibili si risolvono ora con appigli nascosti e di soddisfazione creando movimenti sinuosi che ci fanno diventare tutt'uno con la roccia, il risultato è piacere allo stato puro. Ultimi movimenti sul verticale, ormai siamo fuori, serve proprio una foto ricordo per questa via: autoscatto per noi 4 dopo aver fatto su le corde; riguardo la foto e scorgo su tutti l'espressione dell'orso dopo aver fatto una bella scorpacciata di miele, un pò di riposo poi ne cercherà ancora.


Semper ad Altum