Era da molto che, andando in montagna
d'inverno, guardavo con ammirazione e un po’ d’invidia, quei climbers che
sfoggiavano quelle bellissime picozze tecniche, molto diverse da quelle che
adoperavo io in ambienti pur insidiosi ma sicuramente non così verticali. Oggi
però si è presentata l’occasione di fare cascate e non ho esitato nel cogliere
l’occasione al volo. L’amico Stefano doveva prepararsi per un corso del CAI e
quando ci siamo messi d’accordo per andare vicino a Malga Sorgazza non vedevo l’ora
di provare. Dopo un breve avvicinamento ci siamo portati su un settore chiamato
Sorgazza Destra, qui una cascata ghiacciata creava tre linee di risalita ma la
linea centrale era praticamente inagibile visto lo spessore del ghiaccio ridotto
dal passaggio dell’acqua sottostante e dalla temperatura esterna troppo alta.
Il primo tiro è sulla linea di destra: supera dei gradoni che con 30 mt di
corda guadagna un grosso masso dove si sosta alla base. Stefano porta su la
corda da primo ed io rifaccio lo stesso percorso da secondo: la sensazione di
avere il corpo sospeso completamente sulle due punte frontali del rampone mi da
adrenalina e allo stesso tempo la sensazione che nulla mi possa fermare, la
salita comunque è appoggiata e facile. Ci spostiamo poi sul tracciato di sinistra,
qui la linea è un po’ più impegnativa con dei muretti verticali, la sensazione
che provavo prima ora aumenta, tanto che convinco Stefano a scalare da primo,
ora mi sento veramente libero di esprimermi e stranamente non provo angoscia o
paura; sono sempre placche verticali e lisce che normalmente su roccia non
supero ma qui su ghiaccio riesco a oltrepassare. Faccio mille prove sotto l’occhio
vigile del mio compagno alla base che mi rassicura su dubbi e insicurezze
operative. La maggior parte dei chiodi sono già stati messi da Stefano, riesco
ugualmente a fissarne qualcuno con soddisfazione, anche se la consistenza del ghiaccio
in molti punti non è delle migliori. Prima di scendere facciamo alcune prove di
sicurezza alla base, poi giù a prendere un ottimo panino in malga accompagnato
da una birra dissetante. Facciamo due passi su sentiero innevato nel bosco
pensando all’intensa mattinata appena conclusa e già scrutiamo in alto nuove
cascate candidate per le prossime ascensioni e come un bimbo appena sceso dalle
montagne russe, con la stessa euforia ritorno a casa: forse tornerò presto qui
a riprovare quelle emozioni.
Semper ad altum.
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