venerdì 23 marzo 2012

Via Caliari (Variante Primavera)

Avevamo già tentato di arrivare all'attacco di questa via, ma senza successo: avevamo lottato per ore in mezzo alla boscaglia senza trovare il nostro obiettivo, vista l'ora avevamo ripiegato su una via più corta alle Placche Zebrate, Laura, Lorenzo ed io.Oggi siamo di nuovo sulle tracce di questa via noi 3 insieme con Giuliano (un amico della palestra), stavolta leggendo bene più relazioni siamo finalmente giunti all’attacco giusto grazie anche dall’esperienza che ricordavo vagamente della via Calliari originale. Notiamo subito alla partenza qualcosa che segnerà più della metà del nostro itinerario: rocce rotte e instabili e con attenzione arriviamo alla nostra prima sosta senza pensieri. Si continua su una bella fessura che diventa poi un diedro, i movimenti sono belli e puliti, la soddisfazione non manca; al termine del diedro leggermente obliquo a sinistra esco con un bel movimento su una gran placconata, traverso delicato e sosta su albero, lascio anche una fettuccia ancorata sull’unica pianticella presente sul passaggio anche se tirando troppo probabilmente uscirebbe. E’ la prima volta che vedo Giuliano arrampicare e se la cava bene superando con maestria le difficoltà che incontra, Lorenzo (in cordata con me) segue tutti i miei passi anche se difficili, Laura è legata con Giuliano, ho fatto molte vie con lei e mi fa un certo effetto che sia legata con qualcun’altro, comunque come al suo solito le difficoltà non la spaventano. Il terzo tiro il più difficile secondo la guida che recita: ”Dalla sosta traversare a destra utilizzando la grande fessura sino a raggiungere la piccola fessura svasata che sale in obliquo verso sinistra”. Giuliano ed io guardiamo bene con attenzione perdendo un sacco di tempo ma questa fessura svasata che sale non la vediamo proprio, allora tento di risalire più a destra su terreno franoso insidioso, trovo poi un chiodo artigianale datato sicuramente fuori via e come aria dopo una lunga apnea mi assicuro subito. Continuano a cadere intanto pezzi di roccia e purtroppo si leva anche una grossa roccia da sotto il mio piede trovandomi penzolante come un salame su un bidito che mi salva da un volo, tutto bene dunque sennonchè il sasso staccatosi si schianta addosso a Giuliano colpendo fortunatamente il casco, siamo un po’ sconvolti ma stiamo tutti bene e decidiamo di proseguire. Dopo 55 metri di corda riesco a fare una sosta su albero fuori via, Giuliano mi raggiunge con un Prussik sulle mie corde per sicurezza, visto il miracolo per arrivare, poi arrivano anche Lorenzo e Laura, guardo il casco di Giuliano e si vede proprio dove è arrivato il sasso che ha provocato un solco. Da qui si intravede la linea originale della Calliari, ancora un tratto di friabile e finalmente in via; da qui in poi la roccia è sana e compatta, ci si può rilassare e divertire visto che le difficoltà non superano il V+, decidiamo anche di uscire per la via Astronomy che anche se presenta un grado in più, personalmente credo sia più di soddisfazione e con roccia migliore. Resta il ricordo di una via che non penso rifarò, la prima metà non mi è piaciuta per nulla e i miei amici di avventura lo confermano, comunque dopo un’avventura di questo tipo mi lascia la consapevolezza di essere un po’ più preparato per le vie future e mi da l’illusione di poter affrontare qualsia cosa.
Semper ad Altum

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