domenica 9 ottobre 2011

Via Cipriani o Spit

Passo Campogrosso, l’auto si ferma vicino al rifugio, il termometro della temperatura esterna segna tre gradi, qualche esitazione prima di aprire le portiere e affrontare il freddo e poi via a prepararci come gladiatori che scendono nell’arena. Il periodo di caldo è finito, contro il freddo ho due pail, il meteo, però ci ha promesso bel tempo, noi non abbiamo scelto una via al sole a sud, no, noi intrepidi siamo tipi da parete nord: ”Le vie a sud le lasciamo a quelli che frequentano le falesie...” ci convinciamo l’un l’altro. Stiamo cominciando una breve via di quattro tiri sul soglio Sandri Menti a nord, le mani insensibili cercano gli appigli migliori per indirizzarci nella giusta direzione, la roccia fredda e il vento gelido sono lame taglienti e dal buio guardando zone ben illuminate dal sole bramiamo di arrampicare scaldati dal sole come falesisti scartati appena un’ora prima. Dopo aver aperto un primo tiro di corda con variante “Silvan” difficile, affronto dubbioso il secondo tiro di 5+ e 5, sono un po’ fuori allenamento, non faccio una via ormai da un paio di mesi, la tratta è difficile e continua, spesso mi fermo e porto d’istinto le mani in alternata al magnesio ma è solo per far riposare le braccia, la parete è verticale e le prese sono sfuggenti, in compenso mi sono scaldato e le protezioni in loco sono ravvicinate anche se con piastrine datate, nel frattempo arrivo alla seconda sosta carico e compiaciuto. Stefano continua a mandarmi avanti, dice che lui sta bene così ance se non proseguiamo in alternata, è piaciuto anche a lui il secondo tiro e m’incoraggia ad affrontare il terzo tiro dove le difficoltà diminuiscono. La roccia continua ad offrire solidità, ma non bisogna sottovalutarla, qualcosa che si muove c’è sempre, le protezioni ora non sono più sufficienti, bisogna integrare con friends e nut, mi sto finalmente divertendo, mi ci è voluto un pochino prima di riuscire ad arrampicare con disinvoltura su questo itinerario. L’ultimo tiro non lotto molto per convincere il mio amico di ventura a proseguire da primo di cordata, penso che anche lui abbia la voglia di esprimersi in parete; da secondo osservo sempre con interesse come Stefano riesca sempre a proseguire ben protetto anche quando le possibilità di assicurarsi non sono molte. Risalgo in fretta il quarto e ultimo tiro fino al recupero un nut molto grande che non ne vuole sapere di uscire da quello spacco di roccia che lo blocca, è inutile insistere, servirà a qualcun altro che si proteggerà e tenterà invano di rubare questo dono involontario fatto da Stefano alla montagna che porta la mia firma. Stiamo imbastendo le doppie obbligatorie per scendere, siamo infreddoliti, ma l’idea di ritornare al calore del sole fa velocizzare le nostre manovre e in breve tempo con due doppie ben calcolate siamo alla base della parete. Dopo quarantacinque minuti stiamo in rifugio a brindare con radler e un panino di speck e formaggio che, sarà per la fame poiché erano le due e mezzo, ma era di una bontà senza eguali. Resta il chiaro ricordo di una via breve ma con vicende inaspettate che la caratterizzano, la prossima volta valuteremo con più giudizio il versante di esposizione della via: meglio essere due lucertole al sole che due stoccafisso in frigo.

4 commenti:

Andrea ha detto...

Finalmente un aggiornamento alpinistico di riguardo!!! Sempre bravi ragazzi, come bravi chi ha affrontato altre vie ma non ha avuto modo di riportarle ma cogliamo questo commento per fargli i complimenti!!!
Per me è stato un anno di quasi obbligata "fanea" (che per chi non sa il significato, vuol dire: riposo, assenza di pratca, etc...), ora conto di reiniziare pian piano....sperando in tempi migliori!!!

Anonimo ha detto...

Ciao, bella vietta in compagnia, in un ambiente sicuramente suggestivo. Silvan dice che non era in forma, ma a vederlo da fuori non sembrava... da parte mia ho fatto in primi 3 tiri immattonito dal freddo, sia al fisico sia al cervello.... infatti quando finalmente mi sono deciso ad uscire dal torpore e a tirare un po' da primo la via era praticamente finita. In ogni caso rimane il ricordo di una bella mezza giornata con il mio compare, peccato per il dado, ad avere avuto il martello lo avremmo sicuramente recuperato. Alla prossima
stefano

Anonimo ha detto...

Ecco fatto, ora tutti sulla via col martello a recuperare il mega dado...

Silvan

Andrea ha detto...

Beh ma se riva sù senza far la via? Se si, domani mi calo in doppia e torno su con i prusik.....

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