mercoledì 18 agosto 2010

Eà Renata dea Gei

Ierisera con Stefano ci accordiamo per un raid nel bel rumego delle piccole per una via in velocità; lo Stè propone la Guglia Gei e nello specifico via Renata.
Giunti quasi all'albeggiare presso il rif. Campogrosso partiamo alla volta della Gei e all'attacco siamo già ben coperti dalle nubi. Nel viaggio di andata mi chiedevo spesso se io fossi stato in grado di superare una via in montagna con passaggi quasi uguali al grado massimo che faccio in falesia. Stefano parte, lo vedo bene, sale in maniera continuativa e molto sciolto il primo tiro di V°+.
I minuti passano ma non è certo Stefano ad essere lento, anzi sale deciso, a tratti sparisce e non lo vedo più, le nubi sempre più fitte mi coprono la visuale su di lui spesso completamente poi ritorna, giù qui da me c'è sempre qualche gocciolina che di tanto in tanto viene a tenermi compagnia. Mentre Stefano arriva in sosta ecco che due dalla Negrin (credo), alzano bandiera bianca e fanno marcia indietro verso l'auto. E' la mia volta, si parte, il grado fin da subito si fa sentire, ma c'è tutto tranne che la voglia di rinunciare, l'ambiente è duro, se guardo giù, già dopo pochi metri quasi non si vede il punto da cui sono partito, la roccia è diversa da quella a cui sono abituato e con una certa difficoltà ma decisione salgo ma ecco che un punto proprio mi respinge e da lì dopo vari tentativi e molti minuti, anche a causa dell'ambiente che ho attorno alzo bandiera bianca. Stefano capisce che non è giornata o forse che ancora non è il mio grado per la montagna e anche lui mi consiglia di tornare; sopra inoltre c'è un tiro di VI e quello è sicuramente il mio grado massimo di questo periodo. Mi scarrucola e poi vien giù anch'egli in doppia. Sono dispiaciuto e demoralizzato ma poi inizia a cadere qualche gocciolina più insistente, la pressione cala e le nubi diventano sempre più scure, forse non è stato tutto completamente sbagliato, anzi forse è stato un messaggio. Stefano mi rincuora e cerca di farmi ritrovare la motivazione che non è certo sparita ma che era un po' scesa sotto le scarpe..."capita a tutti" dice lui, ma una rinuncia, una ritirata non rende mai felici però a volte è la cosa migliore per un alpinismo classico come lo vedo io, altrimenti srischiavo di trasformare la salita in una via con la tecnica del: "ciapa el ciodo e tira"!!! Poi una rinuncia non è mai una sconfitta e la montagna non scappa!
Un grazie a Stefano che anche in questo caso si è dimostrato un grande alpinista, con un compagno di cordata che deve ancora un po' crescere vah!!! Ma mi rifarò e la rifaremo presto assieme!


(Foto: situazione di visibilità, Stefano si intravede ed è circa a 8 o 9 metri da terra).



Colgo l'occasione per avvisarmi che mi sono giunte notizie dalla spedizione Ecuador 2010; i ragazzi stanno bene e nei giorni scorsi si stavano riposando dopo la salita a 4700mt; proprio in questi giorni invece iniziano a fare sul serio salendo le mete più alte (non che un 4700 sia una vetta poco seria ovviamente)!!!

3 commenti:

Anonimo ha detto...

Personalmente amo molto la guglia G.E.I., sia perchè è stata una delle prime salite che ho fatto qualche anno fa con Alessio e Luca (il Mastro), quando ero alle prime armi, sia perchè lo salita numerose (!!) volte, con compagni diversi. Sulla sua parete nord est le viette sono simpatiche e su roccia abbastanza buona. In generale non mi piace la nebbia, ma quella che spesso avvolge queste guglie ha un fascino particolare, creando un'atmosfera magica. Per questo, ogni tanto, sento il bisogno di ritornare nel "bel rumego delle piccole". Il primo tiro della via Renata sale su una placca di roccia estremamente compatta (se non ci fossero gli spit sarebbe un vero problema), dove non c'è molto nè per le mani nè per i piedi, ma c'è tutto quello che serve. La guida di Casarotto dice che il grado è 5- e poi 4. Unica cosa occorre un po' di voglia di mettersi in gioco, perchè l'aspetto è un po' repulsivo. Dunque Andrea non ti preoccupare, vedrai che torneremo a rifarla, è assolutamente alla portata; devi solo credere di più nelle tue capacità e metterci quel pizzico di "rabbia" che ieri è mancato. E no sta scrivare "grande alpinista", alla fine ho solo fatto una doppia :-) Alla prox!
Stefano

Anonimo ha detto...

Un ritiro ogni tanto fa bene, crea la il presupposto e la voglia di rifarsi, ti permette di rimetterti in gioco. Insisti Andrea, avanti così.
Semper ad altum.
Silvan.

Andrea ha detto...

Grazie ragazzi...vedrete che i risultati ci saranno perchè la voglia e la determinazione sono tante!!!

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