venerdì 14 agosto 2009

Spigolo Irene Bastioni di Mondeval

Tutto sommato una bella via apparte l'ultimo tiro franoso.Chi non ha tempo si fermi qui.
Chi ha un po' di tempo prosegua: cercherò di rendere meglio l'idea.
Stefano Alessio ed io cercavamo una via non troppo lunga (vista la cordata a 3) e con un'avvicinamento che fungesse da allenamento per fare un po' di fiato. Salta fuori una via colta da Stefano su di un libro di Cipriani. Da Passo Giau ci portiamo con passo veloce fino a Forcella Giau ma con una salita veramente impegnativa; poi un'ambiente che sembra uscito da un libro di fiabe: un falso piano erboso con cime imponenti a destra (Pelmo) e paretoni a picco a sinistra (Bastioni di Mondeval), 15 - 20 minuti più giù sempre a sinistra la nostra via. Parte Stefano con la voglia di riscattarsi sia dall'ultima esperienza negativa sulle Pale, sia dall'ultimo giro su una guglia delle Piccole Dolomiti con me per niente soddisfacente (vedi foto Picasa Silvan). Fa tutto il primo tiro ma ci confessa che forse non è ancora il suo momento. Alessio non sta molto bene, ha un po' di nausea. Mi rendo conto che tocca a me continuare l'opera: tutto sommato mi sento bene, sono in un'ambiente che amo, che mi è caro e la roccia mi sembra discretamente buona. Cominciando il 2° tiro mi rendo conto che bisogna tastare bene la roccia perchè è si dolomia porosa, ma si muove e vien via parecchia roba. Dal basso intanto mi danno corrette indicazioni sulla linea da seguire, visto che la relazione come già successo altre volte è una foto al libro (vedi foto Picasa Silvan). Continuiamo così per altri 4 tiri tutti da proteggere apparte qualche cordino e qualche chiodo già presente, le soste ci sono tutte. Un chiodo Stefano decide giustamente di lasciarlo per i posteri: sono contento di aver lasciato la firma, un po' meno per gli 8 € del chiodo da ricomprare. I passaggi di 5° sono tutti fattibili, gli appigli chiave sono puliti e sani e non è poco. Arrivati all'ultimo tiro mi rendo conto che sto arrampicando su sassi mobili di varia misura ed ho difficoltà a proteggermi sul sano, anche quando penso di essermi protetto bene vedo la mia ultima protezione che se ne va giù per conto suo: sono di ghiaccio, non riesco a muovermi, ho paura, Marianna... (Serie di imprecazioni non riportate). Mentre cerco soluzioni anche per capire la linea di via, vedo il miraggio di un chiodo, traverso a sinistra per arrivarci, sto camminando sulle uova; finalmente protetto supero gli ultimi muretti franosi per arrivare dopo 50 metri di tiro ad una sosta/sperone, con un chiodo esistente che devo ristabilire e con un nuovo chiodo messo in 3 tentativi, scoprirò poi che era come non ci fosse. Mi raggiungono Alessio e Stefano rendendosi conto della difficoltà dell'ultimo tiro. Ci guardiamo soddisfatti, contenti, c'è aria di festa. Una pacca sulla spalla, il tempo di far su il materiale mettere in bocca qualcosa, foto di vetta e giù per il canalone tutto d'un fiato ripassando poi sulle tracce dell'andata fino al passo Giau quasi correndo, la scusa è per fare fiato, ma almeno personalmente era per arrivare al bar a mettere qualcosa nello stomaco.
C'è qualche foto di questo giro sul mio link di Picasa. Se non vi ho trasmesso quello che ho vissuto ditemelo o meglio scivete, anche dei vostri commenti se avete tempo, alla prossima...

1 commento:

Anonimo ha detto...

Condivido il bel trafiletto di Silvan, direi che ha trasmesso bene le emozioni provate. Che dire, complimenti a Silvano per aver tirato in modo impeccabile la via, sia i tratti di 5° continui e da proteggere, sia il marcione terminale. Quanto a me, quando nel primo tiro di III e IV cominciavo a vedere l'ultimo friend un po' di metri sotto i piedi ero un po' preso dal terrore di cadere... sicuramente mi riprenderò, spero prima del 2045! Grande Alessio che ha arrampicato con le nausee, la Licia ti è vicina ah ah ;-)
alla prossima
Stefano

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