domenica 27 giugno 2010

Via Illing Alverà & co. all'Averau

Quanto difficile obbedire alla sveglia al mattino presto, è una cosa a cui non mi abituerò mai. Stefano, Davide e Alessio la pensano come me: stessa esperienza traumatica; ma siamo tutti e quattro puntuali a partire, tutti per un unico obiettivo, tutti per la nostra più grande passione: arrampicare. Intanto fino al passo Giau, poi verso l’Averau sulla via Illing Alverà e co. Un’ora per arrivare al rifugio, successivamente l’avvicinamento esposto un po’ pericoloso, ometti e chiodo alla base della via ci dicono che siamo sul posto giusto. Non è una delle vie del Fanis o di Arco tutte super protette ma una classica alpinistica fatta di roccia non sempre buona e sassi semimobili, fatta di quella roccia gialla che non sai mai bene se tiene o no. Le cordate sono formate da Stefano – Davide ed Alessio con me, partiamo io e Stefano da primi. Capiamo subito che la nostra sicurezza non sempre è possibile, proseguiamo piano, con cautela, con difficoltà. Si è vero, è solo un 4° grado, ma quando con lo sguardo segui le mezze che scendono dritte senza sicurezze, quel 4° grado si trasforma in un muro e una serie di idee negative ti frullano in testa bloccandoti psicologicamente. In qualche maniera dopo parecchio tempo arriviamo alla prima sosta. Alessio mi da il cambio oggi è in “pompa” ha voglia di scalare dopo un lungo periodo di digiuno. Davide ci vuole convincere che per lui non è giornata, nessuno gli crede, si muove bene anche su passaggi difficili, ma vorrà continuare da secondo per tutta la via. Stefano riparte da primo, è provato dal primo tiro quasi da rinunciare al proseguimento, ma presto ritrova lo spirito giusto per procedere molto più tranquillo e convinto. La via si dimostra fattibile con difficoltà superabili con diverse tecniche, abbastanza logica nel tracciare una linea tra i punti possibili della parete sud-ovest, interessante un breve traverso che porta ad una nicchia che ci ha visti particolarmente impegnati. Nell’alternarmi con Alessio, sorte vuole che sbuchi fuori dalla via per primo e nell’arrivare su scorgo un’impatto visivo incredibilmente favoloso: un circo a 360° gradi di monti che non possono lasciarmi indifferente, li saluto per nome come rincontrare vecchi amici e ricordare i bei momenti vissuti assieme in passato. Mi raggiungono anche gli altri, festeggiamo con qualche cioccolata, qualche barretta e ci dissetiamo, qualcuno ha pure bresaola e pizzette, ne mangio una volentieri. La foto di gruppo non può mancare, a perenne ricordo il Boè dietro di noi, forse per non dimenticare che mi deve una macchina fotografica che si è inghiottito tempo addietro, o forse semplicemente perché era l’unico posto dove si poteva orientare la macchina fotografica per una foto che ci prendesse tutti vittoriosi sull’Averau. E’ ora di scendere, ci incamminiamo verso la ferrata e con nostra sorpresa troviamo dei lunghi tratti da attraversare su neve fresca. Poi la ferratina caratteristica con le scarpe e calzini bagnati. Ultimo tratto di sentiero che ci separa dal passo Giau, la magia si è quasi esaurita, mi fermo guardo bene attorno a me, chiudo gli occhi per fissare nel tempo quello che ho fatto e visto, intanto sento e ascolto la brezza fine caratteristica della quota che mi prende tutto il corpo, più sensi partecipano a questa acquisizione e più indelebile sarà il ricordo di questa giornata faticosa ma piena di emozioni vissuta assieme ad amici che condividono un unico obiettivo, la stessa grande passione: arrampicare.

Semper ad altum.

4 commenti:

Anonimo ha detto...

Anche se ci abbiamo messo un tempo abominevole (un po' mi vergogno) a fare la via va bene lo stesso. E' vero, la roccia non sempre era compatta come a arco, non sempre si poteva proteggere bene (soprattutto nel primo tiro che per me è stata una vera agonia, ringrazio Silvan per il supporto).... Comunque ne è venuta fuori una bella vietta dolomitica, sempre esposta, e alla ricerca del passaggio più facile in mezzo ai gialli! Grazie a Davide, il mio fidato compagno di cordata, a Silvan e Alessio. Alla prossima
Stefano

Andrea ha detto...

Gran bella via...non sapete quanto vi ho invidiato da bloccato a Padova che ero....ma questo tirocinio sta per finire!!!!
Complimenti a voi e spero di riuscire ad essere dei vostri alla prossima!!!

Anonimo ha detto...

P.S.: Per chi volesse far qualcosa nei pressi del passo Giau, consiglio di non fermarsi a prendere qualcosa nel bar del passo, purtroppo risulta costoso.
Sivan

Andrea ha detto...

Scommetto scoperto a vostre spese...

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