domenica 23 maggio 2010

Via Maica al Pilastro Est del Vaio Stretto

Ora tocca a me. Guardo in su, guardo la relazione, è proprio di la per la fessura-camino strapiombante. Strano, la relazione segna un 5+ ma a guardare sopra di me sembra oltre le mie possibilità. Ripensavo alla sera prima quando a Lumignano con amici mi divertivo allenandomi e non sapevo ancora che dovevo venire qui sulla via Maica al Pilastro Est del Vaio Stretto; mentre scendevamo al paese con frontale ci sentivamo osservati e mi veniva da dire: ”Salve abitanti della Terra, veniamo in pace”! Era buio ma con Andrea, Laura ed Elisa si stava proprio bene anche se non c’era il sole. Ora ero al 2° tiro sotto quel camino a campana, mi stacco dalla sosta sotto gli occhi attenti di Stefano, tecnica da camino, dopo il primo rinvio su chiodo non vedo più niente per proteggermi, allora ricordai le parole di Castagna, incontrato poco prima al parcheggio autore di questa via, che consigliava un friend da 3 su quel punto, lo metto, ma poi 20 cm più sotto vedo un’altro chiodo, è ben protetto. Stacco il friend e mi attacco sull’appena scoperta sicurezza: forse il friend da 3 è per chi vuole una maggior sicurezza. Riparto, mi alzo coi piedi, mi sposto sul lato di destra ecco una maniglietta, piede in opposizione e su col braccio libero su un nuovo appiglio per uscire sullo spigolo: bellissimo passaggio, alto livello di adrenalina, mi sono esaltato. Rassicuro Stefano che dalla sosta, lo vedo uscire dopo aver fatto il passaggio aereo, è esaltato anche lui. La via continua meno aerea ma non meno impegnativa, tutta su roccia più che buona, non ho più il pensiero di superare la difficoltà, ora gioco con la gravità, cerco il movimento coordinato, sto bene in questo contesto, mi sento a mio agio. Anche Stefano si sta divertendo, continuiamo in alternata su traversi, spigoli, camini e placche che non superano il 5+, fino al libro di via: è il primo scritto dell’anno, ricordiamo i nomi, il GASP e anche il CAI. Inscatolo di nuovo e riparto, ma questo penultimo tiro è insidioso, sto molto attento dove metto i piedi, cerco roccia sicura e abbraccio un masso ma questo d’un tratto si muove e me lo sto per trascinare giù con me: mollo tutto ed in punta dei piedi resto in bilico spaventatissimo, intanto il masso torna nella sua sede, Stefano mi urla se sto bene mentre segue la scena preoccupato per il mio stato d’animo, gli rispondo che sto bene e che voglio continuare. Per fortuna è solo il penultimo tiro con roccia mobile e che si frantuma, poi la cima, quassù c’è un bel panorama, qualche chiazza di neve è rimasta qua e la sui canali in ombra, l’aria è quella fina dolomitica, penso che sia per questo che le chiamino Piccole Dolomiti, si sta veramente bene, soprattutto perché Stefano mi ha prestato il suo pile perché il mio lo avevo dimenticato. Ancora una volta con Stefano raggiungiamo un bell’obbiettivo con una nuova via di roccia che ci ha visti protagonisti insieme, sono contento di aver rafforzato la mia esperienza e la nostra amicizia attingendo anche dalla sua esperienza, mi trovo veramente bene con lui in montagna. Scendiamo e dopo un paio di doppiette e qualche passaggio esposto, alla forcella decidiamo di scendere per il Vaio Stretto: due impressionanti paretoni a picco, una vicina all’altra e noi in mezzo sul canale in discesa con salti di roccia anche difficili, superabili con catene fisse e scalette. Torniamo alla macchina un po’ provati ma contenti, dopo un’avventura soddisfacente. Prima di scendere un panino e una radler per brindare al successo e al riscatto su un triste ritiro al Cengio di qualche settimana prima che ci aveva abbassato il morale, oggi nuova linfa scorre nelle vene.

Semper ad altum. Silvan.

2 commenti:

Andrea ha detto...

Semplicemente grandi ragazzi....state crescendo esponenzialmente!!!!! Via di gran rispetto... A presto!

Stefano ha detto...

grande Silvan, mi hai lusingato con il tuo commento, comunque non attingere troppo da me che te disimpari... scherzi a parte altra bella via messa in saccoccia, e a parte un po' di incertezza nel primo tiro, devo dire che il tiro che mi ha esaltato di più è stato il terzo, forse perchè ero da primo, ma il passaggio più bello era l'uscita dal tetto che chiude il camino nel secondo. Sono contento anche perchè direi che abbiamo fatto la via con un discreto margine e in ogni caso è una esperienza in più che fortifica la cordata! alla prox
Stefano

Posta un commento