lunedì 23 novembre 2009

Fuga da Hades

Mai avrei pensato qualche anno fa di poter fare una via di questo tipo. Fra le meno sportive fatte in zona Arco Stefano ed io avevamo deciso da tempo di farla, parlandone sempre con un po’ di riserbo e rispetto visto le difficoltà che prometteva. Sabato mattina prestino dopo una incoraggiante colazione a Mori non riuscivamo a trovare la strada e il sentierino che portava all’attacco e quando abbiamo chiesto alla gente locale di Drò (un pakistano, un finto climber e dei presunti tedeschi) senza risultato, decidemmo di seguire il nostro istinto con successo. Arrivati all’attacco guardando allibiti la partenza strapiombante, preparavamo le corde meditando in silenzio. Scorgemmo vicino a noi altre cordate che non sapevano se eravamo climbers o pazzi improvvisati e cercavano di capirlo con sguardi critici e saluti di circostanza: probabilmente non sapevano che la via che si accingevano a fare era sicuramente più impegnativa della nostra. Convinto Stefano a partire io per primo, mi stacco da terra convinto, l’allenamento fatto nelle settimane precedenti senz’altro mi era di grande aiuto, riflettendo su questo, arrivai distratto al primo cordino rovescio, non pensai e continuai il movimento fino al secondo cordino già presente, mi assicurai e mentre chiedevo la foto sentivo le braccia sempre più pesanti. Uscii al più presto da quel strapiombo continuando poi su placca delicata in traverso verso destra, le dita saltavano dal freddo, cercavo di alitarci sopra per scaldarle ma non ci riuscivo più di tanto e pian piano raggiungevo la sosta. Parte Stefano, non lo vedevo alla partenza ma continuavo a recuperare corda, significava che si muoveva bene sullo strapiombo. Eccolo ora ci vedavamo, attraversava la placca delicata ed anche lui otteneva la sosta, ci guardammo con soddisfazione e sembrava di aver fatto una via con un solo tiro di corda. Eravamo entusiasti e carichi di adrenalina, assodato che dopo una partenza di questo tipo niente ci faceva più paura. Continuammo la via alternandoci su tiri fino al quinto superiore con movimenti non solo di placca ma alternando traversatine e fessure sempre proteggibili e una roccia veramente bella che si prestava per superare quelle difficoltà che incontravamo, fino ad un bivio sotto un tetto-strapiombo, dove a destra si seguiva per una fessura di grado elevato, mentre a sinistra era più alla nostra portata. Percorsi un traverso sotto questo tetto-strapiombo molto bello, sia visivamente che come arrampicata, intorno al quarto grado forse con un + : veramente appagante. Il tiro successivo lo doveva aprire Stefano ed era uno dei passaggi chiave della via, altro strapiombetto impegnativo, eravamo consapevoli entrambi che era un tiro duretto. Ci consultammo e non riuscivo a trattenere un ghigno beffardo e scaramantico: ”Questo tiro tocca a te”. Stefano sapeva bene che avrebbe potuto cedermi il tiro ma, preso il materiale necessario, deliberò in pochi precisi passaggi quel strapiombo continuando poi nel tiro più difficile (secondo me) di tutta la via, mentre secondo Stefano il tiro più difficoltoso era stato il primo. L’ultimo tiro era una lunghezza divertente con un po’ di tutto: traverso, strapiombetti e placca finale, un po’ sottograduata dalla relazione secondo me, però interessante con arrampicata di soddisfazione. Una delle vie più belle che io abbia mai fatto: non è prettamente sportiva, non è alpinistica, impegnativa toccando gradi importanti che non ci ha colti impreparati; indubbiamente una porta che ci lascia intravedere nuovi traguardi da raggiungere grazie al mio compagno ed amico di cordata che stimo e saluto.
Semper ad altum...

3 commenti:

Andrea ha detto...

Grandi ragazzi.......(sì i me maestri de tecnica in paestra)....continuate così!!!

Stefano ha detto...

Beh grazie a Silvan, sono veramente lusingato per quello che hai scritto e ricambio saluti e stima!!; anche perchè hai tralasciato che sul primo tiro ho azzerato pesantemente sul traversino prima della sosta ;-) Scherzi a parte condivido in pieno, ripeto che secondo me il tratto più duro era alla fine del primo tiro. In complesso bella via, sempre protetta anche se con pochi spit e tanti cordini. Complimenti al mio compare che ringrazio per aver condiviso la giornata, nella speranza di poter ripetere presto una una nuova esperienza su un'altra via. Infine un altro grazie sia a Silvan che ad Andrea per aver smosso un po' il sito del gasp, immobile da quasi un mese ;-) alla prossima ciaooooo

Stefano ha detto...

PS: domani (martedì) vado a curtarolo in pannello se qualcuno vuole venire ciao

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